Whistleblowing

Corte di Cassazione: no ad improprie investigazioni dal whistleblower

Nessuna autorizzazione a improprie attività investigative per il whistleblower: lo stabilisce la Corte di Cassazione.

Lo scorso luglio, è arrivata la conferma da parte della Corte di Cassazione: “il whistleblower non è autorizzato a effettuare improprie attività investigative ai fini della segnalazione” (Cass. Pen., Sez. V, 26 luglio 2018, n. 35792).

Secondo quanto stabilito dalla Legge 30 novembre 2017, n.179, gli Enti pubblici e privati sono obbligati a dotarsi di appositi sistemi di whistleblowing, al fine di offrire la possibilità di segnalazione degli illeciti e, al contempo, tutelare la privacy del segnalante. Proprio in relazione al dipendente, la si stabilisce che:

La normativa citata si limit[a] a scongiurare conseguenze sfavorevoli, limitatamente al rapporto di impiego, per il segnalante che acquisisca, nel contesto lavorativo, notizia di un’attività illecita, mentre non fonda alcun obbligo di attiva acquisizione di informazioni, autorizzando improprie attività investigative, in violazione dei limiti posti dalla legge.

Pertanto, sebbene la legge tuteli il whistleblower, il soggetto non può intraprendere attività investigative improprie in relazione al fatto segnalato.

A questo link la sentenza completa: Cass. Pen., Sez. V, 26 luglio 2018, n. 35792

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