Whistleblowing

Tutelare la riservatezza del dipendente con la tecnologia

La tutela della riservatezza del dipendente è un tema più che attuale mai nell’universo del whistleblowing.

 

Il caso è di attualità: una dipendente del Comune di Roma denuncia comportamenti illeciti di colleghi e superiori, facendo emergere lo scandalo di multe cancellate ad alcuni interni dell’istituzione. L’ammontare del danno? 15 milioni di euro. La dipendente è stata poi vittima di  mobbing. Secondo quanto previsto dalle norme che regolano il whistleblowing, le regole devono invece tutelare la riservatezza del dipendente.
Per fare chiarezza sull’argomento, l’Avv. Fabrizio Vedana, vicedirettore generale di Unione Fiduciaria, è intervenuto su Askanews. Ecco un estratto dell’intervista:

 

Gli enti pubblici e le imprese devono rispettare le regole di riservatezza della legge 179 del 2017, che ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la disciplina del whistleblowing e con essa una precisa tutela giuslavoristica di chi effettua segnalazioni di illeciti a danno dell’azienda e della Pubblica amministrazione. Come Unione fiduciaria – dice ancora Vedana – sin dal 2014 abbiamo realizzato un applicativo inizialmente destinato al settore finanziario e bancario per far emergere fenomeni di illeciti e irregolarità.
Poi questo strumento si è via via esteso anche al settore industriale e oggi coinvolge circa 500 mila dipendenti di banche e imprese come Esselunga, Cucinelli, Autostrade.
In pratica noi che siamo una fiduciaria e siamo quindi abituati a lavorare sul tema della riservatezza, offriamo un nostro sistema informatico, un nostro server riservato che raccoglie le segnalazioni dei dipendenti e la loro identità, dati che dunque non sono ospitati nei sistemi informatici dell’azienda e questo consente di garantire al segnalatore la massima riservatezza.

 

L’intervista completa è disponibile sul sito di Askanews a questo link.

 

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